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Eventi
L'Imperatore
Gaio Vibio Treboniano Gallo
1760 anni fa, nella terra dei Vibi...
Introduzione
Può sembrare strano che un professore ingegnere come me, abituato a trattare prevalentemente materie di natura tecnica, si occupi di argomenti molto diversi e lontani dalla sua scienza come quello della breve storia di un imperatore romano. Ma la passione che si è risvegliata nel mio animo in un caldo giorno di agosto del 2012 è stata a dir poco incontenibile quando, in un angolo del padiglione romano del MET (Metropolitan Museum di New York), mi è apparsa la statua imponente in bronzo dell'imperatore di Monte Vibiano: Gaio Vibio Treboniano Gallo.
Già avevo sentito parlare di Vibio Treboniano e sapevo che al MET c'era una scultura ma mai mi sarei immaginato una statua in bronzo di tali dimensioni (2 metri e 41 centimetri di altezza) e così ben conservata!.
Quello che è stato più sorprendente è quanto ho scoperto successivamente incrociando notizie, dati, immagini e documenti parte dei quali oggi facilmente disponibili e verificabili anche su internet. Nell'indagare e nel cercare riscontri oggettivi sull'imperatore ho scoperto scritte da lui lasciate nei simboli storici di Perugia; ho trovato stemmi dei Vibi nelle costruzioni di Monte Vibiano vecchio, Monte Vergnano, nella Loggia dei Vibi di Monte Vibiano nuovo o Mercatello, e poi ancora molti luoghi che sono stati testimoni della morte dell'imperatore, la Flaminia, da Interamna Nahars (Terni) a Spoleto a Forum Flaminii (San Giovanni Profiamma), testimonianze e tracce di un passato glorioso che ha attraversato da Roma le nostre terre Umbre, divenute il centro del mondo e dell'impero Romano grazie ad un protagonista: l'imperatore Vibio Treboniano Gallo da Monte Vibiano.
Poche e frammentarie sono le notizie su questo unico imperatore romano nato nella provincia di Perugia, poco spazio viene a lui riservato anche nella storia ufficiale, ma soprattutto poco sanno i perugini stessi disconoscendone perfino l'esistenza; io stesso ne ho appreso da poco tempo le gesta e ho cercato nella mia Terra le tracce che ha lasciato, come la scritta "COLONIA VIBIA" sopra la scritta "AVGVSTA PERVSIA" sull'Arco Etrusco e sulla Porta Marzia, le due porte principali incastonate nelle mura etrusche di Perugia.
Sappiamo che regnò sull'impero Romano per 25 mesi dal 1 luglio del 251 (ovvero dalla morte del predecessore l'imperatore Decio in battaglia contro i Goti) all'agosto del 253 d.C. e che morì nei pressi di Forum Flaminii (S. Giovanni Profiamma) dopo lo scontro con Emiliano a Interamna Nahars (Terni). Pertanto ad agosto del prossimo anno 2013 ricorreranno i 1760 anni dalla sua morte.
Non esistono trattati su Vibio Treboniano Gallo, solo una monografia del 1961 di trentanove pagine scritta da Emilia Pettorelli (un libro ormai difficilissimo da trovare), soprattutto esistono scritte, statue, busti, monete e luoghi che ne conservano la memoria, nei quali viviamo tutti giorni, passando, distratti, con inconsapevole indifferenza.
Farà piacere certamente ai miei compaesani di Mercatello e Monte Vibiano e al sindaco di Marsciano, sapere che, in fondo, quello che credevamo essere il capoluogo Umbro, l'Augusta Perusia, altro non era che una nostra colonia, Colonia Vibia! Scherzi a parte (lo stato di colonia era al tempo considerato uno status privilegiato), mi auguro che presto i colleghi dell'Università di Perugia di storia romana vorranno colmare la lacuna dei pochi scritti sul nostro imperatore.
Lungi dall'essere esaustiva, questa breve memoria è solo una frammentaria raccolta di notizie prevalentemente desunte da testi disponibili nella rete. Vuole essere una prima piccola traccia sulla storia di un imperatore calata nel suo territorio, quello umbro, molto lontano da New York dove la statua imponente di Vibio fa bella mostra di sé, quel territorio dove io sono nato, ho vissuto e da cui ho ricevuto tanto. Non essendo uno storico, la ricostruzione di fatti e avvenimenti può essere non rigorosa, ho cercato tuttavia con passione di descrivere eventi verosimili al solo scopo di appassionare quanti avranno il piacere di leggere queste poche pagine; mi scuso anticipatamente per eventuali imprecisioni o manchevolezze.
Franco Cotana